RICCHI Essenza 0 2014

Essenza 0 Pas Dosè – 2014 – Cantina Ricchi

Storia dello spumante

Piccola (e spero non noiosa) storia dello spumante, questo particolare vino così diverso, per la presenza della “bollicina”, da tempo apprezzata e che ultimamente ha acquisito sempre più numerosi estimatori (me compreso…ovviamente!).
Lo spumante viene classificato come vino effervescente (non frizzante), effervescenza dovuta all’anidride carbonica disciolta, ed è ottenuto per rifermentazione del vino in ambiente a tenuta stagna.

Due le rifermentazioni più conosciute, chi come me ha iniziato ad interessarsi di vino negli anni ‘80/’90 si ricorderà la diatriba tra il metodo Charmat e lo Champenoise (dalla regione dello Champagne da cui deriva il metodo…vedremo in seguito che si usano alcuni termini francofoni nella spumantizzazione), il primo ottenuto in autoclave ed il secondo in bottiglia, quest’ultimo oramai più comunemente definito come “metodo classico”, che prevede l’aggiunta di lieviti ed anche zuccheri al mosto che viene imbottigliato, ancora senza il tappo di sughero. A seguire poi le operazioni di scuotimento (remuage) a mano delle bottiglie poste a collo in giù su particolari cavalletti (pupitres), sapientemente “scosse” con movimento rotatorio e di inclinazione (remuage sur le pupitres), per permettere la pulizia dei lieviti dal vetro, la chiarificazione ed il deposito dei lieviti (le fecce) sul tappo temporaneo utilizza per la raccolta e deposito. Ora queste operazioni vengono per la maggior parte dei produttori effettuate meccanicamente, anche se per piccole produzioni risulta ancora valido (oltre che più economico) il sistema manuale.

L’operazione di affinamento sui lieviti dura almeno 24 Mesi (36 per Essenza 0). A chiarificazione effettuata si procede alla rimozione delle fecce dal tappo temporaneo ed alla tappatura finale con tappo di sughero, la cosiddetta “sboccatura” (degorgement). Tappo che assumerà nel tempo la classica forma conica a seguito delle pressioni dei gas sviluppate all’interno della bottiglia nella (ri)fermentazione.
La data di sboccamento (quando effettuata) va indicata in etichetta ed è buona abitudine consumare il prodotto entro 6/12 mesi dalla data (ma qui mi pare che non dovrebbero esserci problemi, non mi sembra sia un articolo per astemi, giusto?)
L’Essenza 0 è ovviamente prodotto col metodo classico (e sennò che m’ero dilungato a fare nella spiegazione?!)
Quanta sapiente tecnica acquisita in centinaia di anni in tutti questi passaggi, io li considero affascinanti, non trovate anche voi?

Zona di produzione

La Cantina Ricchi ha sede a Monzambano, nel Mantovano, su terreno collinoso tra il Garda ed il Mincio…terreno tradizionale? Tutt’altro, ma in azienda si sentono fieri e sicuri del lavoro svolto con attenzione al prodotto finale, e non possiamo dargli torto.

Prodotto

I vitigni utilizzati per gli spumanti sono prevalentemente lo Chardonnay, i vari Pinot (principalmente il Nero) ed il Riesling.

Cantina Ricchi ha scelto un blend 75% Chardonnay e 25% Pinot Nero.

Pas Dosè (o dosaggio zero) sta a significare un ultra secco, utilizzando gli zuccheri e la dolcezza dei soli uvaggi utilizzati anche nella sboccatura. La gradazione alcolica dichiarata è di 13°

Visiva

Dopo aver tolto la gabbietta e stappato con cautela (per non causare un’improvvisa differenza di pressione che avrebbe il solo scopo di mandare sprecato con l’improvvisa effervescenza buona parte del prodotto!) versiamo in flute (la coppa di Madame Pompadour lasciamola in vetrina) per valutarne effervescenza (perlage) e schiuma. Si presenta con un bel colore paglierino, una schiuma abbondante, morbida e leggera, ed un perlage fino e continuo, così ipnotico alla vista. (insomma, non sembra fatto con l’idrolitina!)

Olfattiva

Anche se non ci dobbiamo aspettare effluvi particolarmente intensi, si percepiscono sentori di mallo, più di nocciola che di mandorla (provata mai la differenza? Sia al naso che in bocca?)

Gustativa

Le bollicine (e quindi l’anidride carbonica) la fanno da padrone, quindi niente note floreali intense, sappiamo che utilizza zuccheri naturali e quindi la tendenza è al secco, con una piacevole acidità che rinfresca la lingua mentre le bollicine ci scivolano delicatamente sopra per evaporare nel palato.

Abbinamenti

Panettone? Pandoro? Ma direi anche no!
Sarà anche modaiolo, ma l’abbinamento ai crostacei ed al pesce crudo mi sembra perlomeno dovuto.
Tartare di tonno e gamberi rossi con sale bilanciato (…ecched’è?!…niente di che, sale grosso con misto di pepi, bacche, erbe aromatiche, capperi…sbizzarrite voi la fantasia…e macinati a fresco) conditi con oli aromatizzati (ho usato menta e lime del Frantoio Cassese) sono stati il primo.
Riso Carnaroli con mazzancolle e fumetto di teste e brodetto di carapaci il secondo.
Calamarata di Gragnano con totani, mazzancolle e pomodorini pachino il terzo.
Decisamente in quest’ordine le mie preferenze, anzi, il sodalizio migliore è sicuramente col crudo, la delicatezza del prodotto fresco abbinata agli oli piacevolmente profumati rendono con l’Essenza 0 un piacevole ed equilibrato abbinamento.

Conclusioni

Plauso al lavoro svolto da Cantina Ricchi su questo prodotto, in tavola con una bella selezione di crostacei, pesce crudo e (ovviamente a chi piacciono) molluschi di mare farà fare una bella figura ai padroni di casa…o anche semplicemente vi farà riscoprire il piacere di una cena a luci soffuse per concedersi un momento di relax, o perché no, una piccola coccola, che fa sempre bene all’animo.

Buon vino a tutti.

Faber 64

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  1. Complimenti per l’appassionata descrizione. Non sono assolutamente d’accordo per l’utilizzo del flute, perché non permette la perfetta percezione olfattiva. Generalmente non mi sento di consigliare un vino secco con i dolci: il dolce va con il dolce, quindi giustissimo consigliare cibi ”salati”.

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